Il Paese di Monica

29 agosto 2020

E comunque si balla...

 Come bolle nell'aria


 


Un'estate atipica questa. Be', un anno atipico. Dopo la comparsa di questo nuovo virus a dicembre (?!) e dopo aver pensato che non sarebbe mai arrivato così forte in occidente com'era successo con la SARS nel 2002/2003, una gran parte di noi si è trovata chiusa in casa a "far nulla". E lo scrivo tra virgolette perché chi non è stato in prima linea, magari dopo lo smart-working, si è messo a pulire, a cucinare (nonostante la mancanza del lievito e della farina), ha portato parecchie volte in giro il cane, è andato a correre benché non lo facesse da anni o, addirittura, da secoli. Con l'arrivo della primavera, l' #iorestoacasa si è alleggerito un po' fino a quasi dimenticare, da parte di alcuni, l'esistenza di questo virus. Pensate che nei mesi di lockdown i soldi non c'erano e in tanti cercavano di chiedere il bonus di 600 euro, persino una decina di politici con posti di lavoro assicurati. Ma poi è cambiato tutto. Arrivati a luglio e agosto, tutti al mare, in Croazia, Spagna, Grecia, Malta... E menomale che quest'anno le ferie le dovevamo fare in Italia per far andare avanti l'economia. Il buon senso, quel vecchio strano buon senso.

Comunque, questo pezzo è il mio tormentone di questa estate. Balletto incluso. 


Francesco Gabbani canta "Il sudore ci appiccica", terzo singolo estratto da "Viceversa", uscito lo scorso 5 giugno 2020.

Questo brano, nonostante l'argomento estremamente attuale, non è stato scritto durante il lockdown.

«Se dovessi spiegare il significato del testo di questa canzone - dice il cantautore toscano-, potrei riassumerlo dicendo che bisognerebbe leggere il titolo stesso. "Il sudore ci appiccica", quindi "Il sudore ci unisce", può assumere un senso positivo quando facciamo qualcosa di piacevole, come per esempio ballare insieme ai nostri amici in discoteca o fare l'amore. D'altra parte, il sudore può essere inteso come la fatica, il bisogno, perché gli esseri umani, secondo me, alla fine riescono ad "appiccicarsi", a trovare la condivisione anche nella sofferenza.»